Alcol e Aggressività: quando la soglia del dolore si alza, l’empatia si riduce

Sebbene gustare un buon bicchiere di vino ogni tanto non sia da demonizzare, il consumo regolare di alcol può ripercuotersi negativamente sulla struttura e la funzionalità del cervello, alterando la neurotrasmissione, le funzioni cognitive e, di conseguenza, anche il comportamento. Questi effetti chiaramente dipendono sia da caratteristiche individuali, sia anche dalla quantità ingerita e dalla frequenza di consumo, tuttavia possono essere innescati già dall’assunzione di quantità modeste di alcol.

Studi hanno infatti dimostrato come anche un consumo moderato può portare a una riduzione della materia grigia e bianca, specialmente a carico dell’ippocampo e della corteccia prefrontale, regioni cruciali per la memoria e il controllo cognitivo (Topiwala et al., 2017). Ma anche la mielina, la sostanza che riveste gli assoni di molti neuroni, può esserne danneggiata compromettendo la trasmissione degli impulsi nervosi e aumentando il rischio di neurodegenerazione (Pfefferbaum et al., 2014).

Dal punto di vista comportamentale, poi, il consumo di alcol può compromettere la funzionalità della corteccia prefrontale, aumentando disinibizione, impulsività e riducendo il controllo inibitorio. Il che, ad esempio, spiega perché spesso dopo che si è alzato un po’ il gomito si tende a essere più aggressivi e ad adottare comportamenti a rischio, sopravvalutando le proprie capacità di riflessi, autocontrollo e cognizione e sottostimando, invece, le possibili conseguenze delle proprie azioni (Field et al., 2010).

Proprio a tal proposito, uno studio di recente pubblicazione (DeWall et al., 2024) ha evidenziato come il consumo di alcol sia in grado, tra le altre cose, di aumentare la soglia di tolleranza personale al dolore fisico facilitando la comparsa di condotte impulsive e reattive, caratterizzate da maggiore aggressività e minore considerazione degli altri.

Lo studio

Per l’esperimento è stato coinvolto un campione di circa 900 individui adulti sani, tutti consumatori abituali di alcol, seppur in quantità modeste. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi eterogenei per sesso ed età e poi a tutti è stato offerto un “drink” alcolico. In realtà, solo a uno dei due gruppi è stata effettivamente somministrata una bevanda a base alcolica, mentre all’altro è stato servito un drink identico nell’aspetto e nel sapore, che, tuttavia, era un semplice analcolico “placebo”.

Dopodiché, tutti i soggetti sono stati sottoposti a un test atto a determinarne la personale soglia di tolleranza al dolore. Infine, ciascun singolo partecipante ha preso parte a una sorta di videogioco competitivo che si svolgeva contro un avversario “nascosto”, ovvero posto in una stanza separata. Le regole prevedevano che, dopo ogni set, il vincitore avrebbe dovuto premere un pulsante per inviare una scossa elettrica all’avversario, selezionandone liberamente sia l’intensità che la durata.
 
In verità, non esisteva alcun avversario e le vittorie venivano assegnate casualmente per valutare la disposizione dei partecipanti a infliggere dolore.

I risultati

Dai risultati si è visto come, i soggetti che all’inizio dell’esperimento avevano bevuto il drink alcolico, mostravano un innalzamento della propria soglia di tolleranza al dolore mediamente maggiore rispetto a coloro che, pur convinti di aver assunto alcol, avevano in realtà bevuto il placebo. Non solo, ma erano anche molto meno tolleranti di questi ultimi alle sconfitte e, di conseguenza, molto più inclini a infliggere punizioni gradualmente sempre più severe al presunto avversario.

Ciò sembra quindi suggerire che l’alcol, aumentando la soglia del dolore, può innalzare la frustrazione personale e contemporaneamente ridurre l’empatia verso il dolore altrui, facilitando perciò l’emergere di comportamenti aggressivi.

Ora, sebbene tali evidenze non siano particolarmente sorprendenti, dal momento che di fatto evidenziano una relazione già relativamente nota, ci forniscono comunque una prospettiva in più sul motivo per cui le persone intossicate da qualche bicchiere di troppo tendano, mediamente, ad assumere condotte più impulsive e irruente del solito. L’incremento della soglia del dolore indotto dall’alcol potrebbe infatti ridurre la sensibilità al dolore proprio e la percezione di quello altrui, portando a un abbassamento delle capacità empatiche e aumentando la propensione all’aggressività. Sicché, comprendere questo meccanismo può essere utile per sviluppare interventi mirati a prevenire e ridurre la violenza correlata al consumo di alcol.

Riferimenti bibliografici

Topiwala, A., Allan, C. L., Valkanova, V., Zsoldos, E., Filippini, N., Sexton, C., & Ebmeier, K. P. (2017). Moderate alcohol consumption as risk factor for adverse brain outcomes and cognitive decline: Longitudinal cohort study. BMJ, 357, j2353. https://doi.org/10.1136/bmj.j2353

Field, M., Wiers, R. W., Christiansen, P., Fillmore, M. T., & Verster, J. C. (2010). Acute alcohol effects on inhibitory control and implicit cognition: Implications for loss of control over drinking. Alcoholism: Clinical and Experimental Research, 34(8), 1346-1352. https://doi.org/10.1111/j.1530-0277.2010.01218.x

Pfefferbaum, A., Rosenbloom, M. J., Chu, W., Sassoon, S. A., Rohlfing, T., Pohl, K. M., & Sullivan, E. V. (2014). White matter microstructural recovery with abstinence and decline with relapse in alcohol dependence. Psychopharmacology, 231(17), 2911-2925. https://doi.org/10.1007/s00213-014-3472-3

DeWall, C.N., Gianicola, P.R., Bushman, B.J. Too Insensitive to Care: Alcohol Increases Human Aggression by Increasing Pain Threshold. Journal of Studies on Alcohol and Drugs, https://doi.org/10.15288/jsad.24-00144

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