Alimentazione e Violenza, quale relazione?

Siamo ciò che mangiamo” asseriva nel XIX secolo il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, sostenendo che un popolo può migliorare migliorando la propria alimentazione.

Eppure, sebbene l’esistenza di una relazione diretta tra alimentazione e salute sia ormai globalmente accettata, sono ancora pochi coloro che ritengono realistica l’idea che il cibo, o una sua carenza, possano effettivamente influenzare il comportamento umano. Paradossalmente invece, sono sempre più numerosi gli studi che stanno dimostrando come l’insorgenza di comportamenti antisociali, violenti o criminali si leghi anche a fattori quali: malnutrizione, allergie, intolleranze, eccesso di zuccheri raffinati, etc. Ma in che modo? Ebbene, una dieta inadeguata, povera o, all’opposto, sproporzionata, non è in grado di fornire il giusto apporto di nutrienti all’organismo e questo contribuisce a generare uno stato di eccesso o carenza cronica tali, a lungo termine, di compromettere il corretto funzionamento del cervello.

Già nei primi anni novanta una ricerca (Benton, 1992) dimostrò come l’insufficiente apporto di alcuni micronutrienti dovuto ad alcune diete “fai da te”, fosse in grado di favorire l’insorgenza di alcuni disturbi psichici quali depressione, ansia, turbe emotive e dell’umore, condotta irritabile, etc. Questo perché, nonostante una carenza minima di micronutrienti possa di per sé causare solo piccole discrepanze nell’attività di un singolo enzima, moltiplicando questo effetto per tutte le migliaia di enzimi attivi nel metabolismo umano, non può che ottenersi un effetto cumulativo di portata significativa, capace cioè di ripercuotersi negativamente sull’intera attività neurale e cognitiva dell’organismo. Infatti, l’insufficienza nutritiva inibisce la sintesi e l’attività dei neurotrasmettitori, molecole essenziali per il corretto funzionamento e gestione delle attività cerebrali, condotta compresa. Ciò aumenta il rischio che l’individuo si impegni in comportamenti impulsivi, disadattavi e pericolosi, spesso persino violenti e criminali. Molecole come la serotonina e la dopamina sono infatti essenziali per la modulazione della condotta. La prima viene sintetizzata a partire dall’amminoacido essenziale L-triptofano, la seconda dalla L-tirosina, entrambi assunti dall’organismo attraverso l’alimentazione. E’ dunque logico comprendere come un mancato apporto di elementi di questo tipo possa avere un’influenza non indifferente sull’espressione del comportamento.

Un bilanciato apporto di minerali e vitamine è necessario per l’attività e la funzionalità cerebrale. Ad esempio, evidenze cliniche (Hoffer, 1995) dimostrano che una carenza di zinco, vitamina B3 e vitamina B6 conduce alla produzione eccessiva dell’isoforma di una sostanza, il Kriptopirrolo(HPL), comunemente chiamato – per via della sua tipica colorazione violacea – “Fattore Malva”. Alti livelli di HPL, specialmente quando associati a forme acute di stress, sono stati spesso riscontrati nei criminali violenti (es. McGinnis et al., 2008). Lo stress cronico sembra effettivamente concorrere in maniera significativa all’aumento della sintesi del fattore Malva, comportando di conseguenza serie difficoltà nella gestione delle emozioni, in particolare della rabbia. Queste evidenze sono state avvalorate anche dagli studi del Dott. Kraus (1995), il quale ha riportato, tra gli altri, anche l’emblematico caso di un 45enne statunitense, autore di più di undici omicidi efferati, il quale presentava livelli particolarmente elevati di fattore Malva nelle urine. L’uomo attribuiva la propria furia omicida ad improvvisi ed esplosivi scoppi d’ira diretti in particolar modo contro prostitute, “colpevoli” di averne deriso le prestazioni sessuali.

Ma anche la carenza di ferro rappresenta un problema da non sottovalutare. Diversi studi dimostrano infatti che il ferro, oltre ad essere un elemento essenziale per il buon funzionamento dei globuli rossi, viene usato nelle cellule anche per la sintesi del DNA, per la formazione della sostanza bianca cerebrale (Los Monteros et al, 2000) oltre che per il corretto funzionamento dei neurotrasmettitori. Una carenza di questo elemento è causa comprovata di scarse funzionalità cognitive e, di riflesso, comportamentali. Più di uno studio ha infatti rilevato che nei bambini con gravi carenze di ferro, zinco e altri minerali essenziali, si registrano spesso condotte impulsive e irruente, disfunzioni mentali, disturbi psichici e aggressività (es. Werbach, 1992).

Dal canto suo, l’inadeguato apporto degli acidi grassi essenziali – anche, e soprattutto, in gestazione – è un’altra delle cause che concorrono ad alimentare il rischio che l’individuo finisca per sviluppare condotte violente e antisociali. Carenze significative di omega 3 e 6 sono state spesso rilevate nei bambini particolarmente aggressivi, con disturbi del comportamento, dell’apprendimento e dell’attenzione. Ad esempio, gli omega 3 sono composti da due importanti elementi: l’acido docosaesaenoico (DHA) e l’acido ecosaepentaeonico (EPA). Il primo in particolare è fondamentale per la struttura e la funzionalità dei neuroni poiché li protegge dall’atrofia e favorisce la comunicazione sinaptica. Queste molecole sono pertanto essenziali per il corretto sviluppo cerebrale, per la neurogenesi, per la protezione della barriera emato-encefalica, per l’espressione genica cerebrale oltre che per la regolazione dell’attività biochimica generale. Di conseguenza la loro carenza può favorire l’insorgenza di problemi cognitivi e  turbe della condotta che, nel tempo, possono evolvere nella messa in atto di atteggiamenti violenti e antisociali.

Riferimenti bibliografici

Benton, D. (1992). Vitamin-mineral supplements and intelligence. In Proc Nutr Soc., 51, pp. 295-302

Hoffer, A. (1995). The Discovery of Kryptopyrrole and its Importance in Diagnosis of Biochemical Imbalances in Schizophrenia and in Criminal Behavior In The Journal of Orthomolecular Medicine, Vol. 10, N°1

Kraus, R.T. (1995). An Enigmatic Personality: Case Report of a Serial Killer. In The Journal of Orthomolecular Medicine Vol. 10, No.1

Los Monteros, A.-E., Korsak, R.A., Tran, T., Vu, D. & de Vellis, J., et al. (2000). Dietary iron and the integrity of the developingh rat brain: a study with the artificially-reared rat pup. In Cellular and Molecular Biology, 46, pp. 501-15

McGinnis, W.R., Audhya, T., Walsh, W.J., Jackson, J.A., McLaren-Howard, J., Lewis, A., Lauda, P.H., Bibus, D.M., Jurnak, F., Lietha, R. & Hoffer, A. (2008) Discerning the Mauve Factor, Part 1 & Part 2. In Altern Ther Health Med., 14, pp. 40-50

Pfeiffer C.C. & Iliev V. (1973).  Pyroluria, urinary mauve factor, cases double deficiency of B6 and zinc in schizophrenics. In Fed Am Soc Exp Biol., 32 pp. 276

Werbach, M.R. (1992). Nutritional influences on aggressive behavior. In Journal of Orthomolecular Medicine, 7, pp. 45-51

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