Lemuri e dominanza femminile: un’indagine neuroscientifica sull’ossitocina e l’aggressività

Se esistesse un concorso per incoronare le “bullette” più temibili del regno animale, le femmine di lemure occuperebbero senza dubbio il podio. In molte specie di questi primati strettamente imparentati con l’uomo, sono infatti le femmine a esercitare il potere sociale, ricorrendo spesso all’aggressione fisica per affermare la propria supremazia e mantenere sotto controllo i maschi.

Feisty Ring-tailed lemurs or Kattas (Lemur catta) wrestling ans snarling at each other. (Fonte: Getty Images)

Tuttavia, non tutte le società di lemuri sono fondate sul dominio femminile. In alcuni rami evolutivi, emersi nell’ultimo milione di anni, è comparsa una struttura sociale più egualitaria. Una nuova ricerca pubblicata su Biology Letters suggerisce che questa transizione potrebbe essere stata guidata, almeno in parte, da modifiche nell’attività cerebrale dell’ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”.

Un team di neuroscienziati della Duke University (Schrock et al., 2025) ha studiato sette diverse specie di lemuri, tutte appartenenti al genere Eulemur, analizzando le differenze nei comportamenti femminili. In particolare, è stato osservato che le femmine di Eulemur flavifrons (lemure di Sclater), caratterizzate da un manto nero e occhi chiari, dominano l’accesso a risorse cruciali come cibo e riposo, usando comportamenti aggressivi come schiaffi, morsi e inseguimenti, anche in assenza di provocazioni. Questa forma di aggressività non è legata alla protezione della prole, bensì rappresenta un’espressione diretta di dominanza sociale.

Al contrario, specie come Eulemur collaris (lemure dal collare) mostrano società più pacifiche ed egualitarie, dove maschi e femmine condividono uno status simile.

Ora, nello studio sono stati analizzati con una tecnica di imaging chiamata autoradiografia, i cervelli di alcuni lemuri neri e lemuri dal collare -deceduti per cause naturali- al fine di mapparne i siti di legame per l’ossitocina, un neurormone coinvolto in comportamenti sociali come la fiducia e i legami affettivi. I  risultati hanno rivelato un modello sorprendente.

I ricercatori hanno infatti scoperto che i pacifici lemuri dal collare possiedono, rispetto a quelli neri, molti più recettori per l’ossitocina in particolare nell’amigdala, il ché spiegherebbe la minore aggressività di questa specie in confronto all’altra. E l’elemento chiave sembrerebbe essere proprio l’amigdala, una regione cerebrale cruciale per l’elaborazione delle emozioni quali paura, ansia e rabbia.

Questo pattern è stato osservato in entrambi i sessi, suggerendo che la riduzione dell’aggressività è un fenomeno generale della specie e non semplicemente un “livellamento” del comportamento maschile rispetto a quello femminile.

Implicazioni nello studio dell’aggressività umana

I risultati di questo studio vanno ben oltre la comprensione della socialità nei lemuri. Le variazioni nella distribuzione dei recettori dell’ossitocina nel cervello appaiono strettamente correlate a comportamenti sociali complessi, offrendo spunti rilevanti per lo studio dell’aggressività umana.

Studi precedenti hanno evidenziato che livelli alterati di ossitocina sono associati a disturbi quali la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), il disturbo antisociale di personalità e diversi sottotipi di aggressività impulsiva. Inoltre, l’amigdala è stata più volte indicata come un centro chiave per la regolazione delle risposte aggressive e per il controllo dell’impulsività emotiva.

Comprendere come la densità recettoriale per l’ossitocina possa modulare questi comportamenti in modelli animali sociali può quindi contribuire a identificare nuovi biomarcatori per la diagnosi precoce di disturbi della regolazione emozionale nell’uomo e, potenzialmente, guidare lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative mirate a ristabilire l’equilibrio dei circuiti socio-emozionali.

In sintesi, i lemuri ci insegnano che le radici neurobiologiche dell’aggressività e della cooperazione non sono esclusive della nostra specie, ma rispecchiano meccanismi evolutivamente conservati che attraversano il regno dei primati.

Riferimenti bibliografici

Schrock, A. E., Grossman, M. R., Grebe, N. M., Sharma, A., Freeman, S. M., Palumbo, M. C., Bales, K. L., Patisaul, H. B., & Drea, C. M. (2025). Neuropeptide receptor distributions in male and female Eulemur vary between female-dominant and egalitarian species. Biology letters21(3), 20240647. https://doi.org/10.1098/rsbl.2024.0647

Oliveira, V. E. M., & Bakker, J. (2022). Neuroendocrine regulation of female aggression. Frontiers in endocrinology13, 957114. https://doi.org/10.3389/fendo.2022.957114

Hariri, A. R., Bookheimer, S. Y., & Mazziotta, J. C. (2000). Modulating emotional responses: effects of a neocortical network on the limbic system. Neuroreport11(1), 43–48. https://doi.org/10.1097/00001756-200001170-00009

Digby, L. J., & Kahlenberg, S. M. (2002). Female dominance in blue-eyed black lemurs(Eulemur macaco flavifrons). Primates; journal of primatology43(3), 191–199. https://doi.org/10.1007/BF02629647

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *